Com’è nato tutto? Raccontaci la storia della scoperta di Narni Sotterranea
Sono ricordi indelebili. Con un gruppo di amici avevamo deciso di fondare un gruppo speleologico perché durante le escursioni avevamo trovato una grotta: l’emozione fu talmente grande che capimmo che quella era la nostra strada. Abbiamo fatto un corso di speleologia, imparando le basi per andare in grotta in sicurezza. Poi abbiamo acquistato le attrezzature, che costavano parecchio: era il 1977, eravamo studenti, quindi abbiamo scritto una lettera alla banca e fondato il Gruppo Speleologico UTEC Narni, composto da sei amici.
Io avevo 18 anni, gli altri erano più piccoli; ero il capogruppo perché serviva uno con la patente e io avevo una Fiat 850. Iniziammo a fare escursioni e due anni dopo, nel 1979, ci arrivarono 50.000 lire, ci comprammo una corda e decidemmo di provarla.
Dove la provammo? Quella mattina non avevo la macchina a disposizione, quindi decidemmo di fare una discesa dal muro dei giardini pubblici di Narni, vicino casa, nel centro storico. Chi scese per primo? Io, il più grande. Atterrammo nel terreno sottostante senza accorgerci. Ci vide un vecchietto che zappettava l’orticello, si arrabbiò inizialmente. Si chiamava Ernani Proietti e ci venne incontro con un bastone, chiedendo perché usassimo la corda. Capì che eravamo “dei matti che vanno sotto terra” e ci mostrò un passaggio, stringendo un patto: “Se trovate un tesoro, metà per uno”.
C’era una fessura tra le macerie, ci infilammo e cominciò la nostra avventura.

Il gruppo speleologico UTEC. Fonte: didatour.it
Facciamo un passo indietro: voi ragazzi di dove eravate? Perché scegliere Narni e cosa caratterizza quel sottosuolo?
Narni si trova in Umbria ed era chiamata Narnia nell’antichità romana. È un territorio carsico, con grotte e cavità scavate dall’acqua. Nel 1979 avevamo già esplorato varie grotte naturali e passaggi sotterranei. Quando Proietti ci parlò di un tesoro nascosto, fu una grande motivazione.
Quella mattina eravamo vestiti sportivi, con mimetica economica, ma le attrezzature erano professionali, comprate a Perugia. L’emozione fu grande: varcare la fessura nel muro con una torcia e scoprire un angelo dipinto su un muro, bagnato dall’acqua dell’orto. Eravamo entrati in una chiesa sconosciuta.
E come l’avete chiamata?
All’inizio non aveva nome. Nel 2000 la riconsagrammo e la chiamammo Santa Maria della Rupe, perché nell’abside c’era l’incoronazione di Maria. Poi scoprimmo un documento che la identificava come chiesa di San Michele Arcangelo, l’angelo che ci osservava era proprio San Michele.
Descrivici il percorso di Narni Sotterranea
All’interno, dopo la chiesa, c’era una stanza con la cisterna romana e una porta murata. La curiosità ci spinse a esplorarla, scoprendo un magazzino e un’altra porta murata. Riuscimmo ad aprirla, scoprendo una piccola prigione con scritte dei prigionieri, tra cui indicazioni del Santo Uffizio, legate all’Inquisizione.
Entrammo in stanze sigillate da 150 anni, attraversammo corridoi e trovammo quella piccola prigione. Il prigioniero, Giuseppe Andrea Lombardini, lasciò le sue scritte per non essere dimenticato. La scoperta scatenò la nostra voglia di ricostruire la sua storia, aprendo porte e archivi, incluso l’Archivio Segreto Vaticano, per trovare documenti che lo riguardassero. Per i vent’anni successivi mii sentii in dovere di restituire l’identità a quell’uomo. La ricerca continuò con coincidenze e incontri che ci permisero di completare il lavoro.

La chiesa di San Michele Arcangelo. Fonte: narnisotterranea.it
Quanto è stato difficile convincere le istituzioni e aprire Narni Sotterranea al pubblico?
Non fu semplice. Cc’era diffidenza, temevano problemi di sicurezza e responsabilità legale. Abbiamo dovuto dimostrare competenza e rispetto del patrimonio, organizzare progetti concreti di messa in sicurezza e valorizzazione. Solo così siamo riusciti ad ottenere permessi e collaborazioni.
Decine di volontari nel tempo, dall’associazione a cittadini sensibili alla storia locale, ci hanno aiutato. Alcuni hanno partecipato attivamente al restauro, altri all’organizzazione dei percorsi e alle visite guidate. È stato un lavoro di squadra lungo anni, fatto di passione più che di profitto. Abbiamo messo in sicurezza tutte le aree esplorabili, le visite sono guidate e dedicate a gruppi ristretti.
Cosa colpisce di più chi visita Narni Sotterranea per la prima volta?
L’emozione di entrare in spazi nascosti, la storia che traspare dalle scritte, dai muri, dagli archi. Molti restano sorpresi dalla varietà di ambienti: chiese, cisterne, celle, passaggi segreti. Capiscono che sotto la città c’è un mondo parallelo che racconta secoli di storia.
Spesso ci chiedono se i sotterranei siano infestati. Alcuni sentono una presenza o un’atmosfera particolare: è la memoria storica che parla, più che fantasmi.

Fonte: narnisotterranea.it
C’è un momento o un luogo dentro Narni Sotterranea che ti emoziona particolarmente?
La piccola prigione, con le scritte lasciate nei secoli dai prigionieri. Entrarci oggi, pensando alle persone che vi furono rinchiuse, è impattante ed è diventato il cuore della nostra missione: dare voce a chi non ne aveva.
Parliamo del percorso interno a Narni Sotterranea. Che ambienti incontra il visitatore e come sono collegati tra loro?
Dopo l’ingresso ci si imbatte nella chiesa ritrovata, quindi una stanza con la cisterna romana. Poi c’è una porta murata: dietro si apriva un magazzino collegato all’orto di una famiglia vicina. All’interno di questo magazzino c’era un’altra porta murata che conduceva a stanze sigillate per 150 anni. Tra queste, una piccola prigione con scritte lasciate dai prigionieri, una vera testimonianza storica dell’epoca.
Accennavi anche a una prigione…
Sì, c’è un prigioniero in particolare, Giuseppe Andrea Lombardini, che lasciò scritte sui muri per essere ricordato. Ritrovarle è stato come ridargli vita. Dopo ricerche negli Archivi Vaticani, ho trovato documenti che confermavano la sua vicenda. È un esempio di come il sottosuolo conservi la memoria delle persone e delle loro storie.
Il sottosuolo è esplorazione fisica tanto quanto interiore. Ti confronti con te stesso, con la tua curiosità, con la fiducia nelle persone che ti accompagnano. È un lavoro di squadra: nessuno esplora davvero da solo, e questo crea legami profondi e un senso di comunità.
Gli speleologi, ad esempio, si mobilitano per chiunque sia in difficoltà. Ho partecipato a soccorsi durante incidenti e terremoti, sempre consapevole che dall’altra parte potrei esserci io. È una solidarietà naturale e radicata nel mestiere di chiunque lavori sottoterra.
E per quanto riguarda le competenze professionali coinvolte?
Narni Sotterranea è nata con l’aiuto impagabile di speleologi, archeologi e restauratori. Abbiamo avuto il contributo anche di paleontologi, biologi, medici. Molti hanno offerto il loro aiuto gratuitamente, mossi dalla passione e dalla voglia di valorizzare il patrimonio.
Ci racconti l’aspetto emotivo della scoperta e della gestione del sotterraneo?
Ogni visita, ogni restauro, ogni ricerca è emozione pura. Entrare nei sotterranei significa vivere la storia, rispettarla e trasmetterla. La mia esperienza con Giuseppe Andrea Lombardini, il ritrovamento dei documenti e la connessione con chi ha vissuto prima di noi, sono momenti che segnano la vita.
Quale futuro vedi per l’Associazione Narni Sotterranea?
Vogliamo continuare a valorizzare quel mondo sotterraneo, coinvolgere giovani, fare ricerca storica e archeologica. La sfida è mantenere viva la curiosità e trasmettere il rispetto per il patrimonio. Ognuna di quelle pietre ha una storia, ogni passaggio custodisce ricordi. Entrare nei sotterranei significa camminare nella memoria della città e delle persone che l’hanno abitata. Rispettare, osservare, ascoltare: è questo che Narni Sotterranea insegna.
Per questo motivo, con Associazione Narni Sotterranea ci piacerebbe ampliare le attività didattiche e culturali. Come primo passo abbiamo lavorato e dato il via a Narni Adventures, un parco d’avventura sotterraneo per unire scoperta, gioco e educazione, con attenzione alla sostenibilità e al valore dell’acqua. Puntiamo a far conoscere Narni Sotterranea come elemento turistico, certo, ma anche come luogo di studio, ricerca e scoperta.
__________________
Per maggiori informazioni visita:
https://www.narnisotterranea.it/
Italiano
Français
English 